Questo è il tempo in cui attendo la grazia
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A proposito di questo spettacolo
presso il DAMSLab/Teatro (Piazzetta P. P. Pasolini, 5/b – Bologna)
Una biografia onirica e poetica di Pier Paolo Pasolini attraverso le sue sceneggiature.
I punti principali dello spettacolo diretto dal regista ferrarese Fabio Condemi ruotano intorno all’importanza dello sguardo e alla descrizione di quello che viene osservato, per rivelare anche ciò che non si vede: l’invisibile, per allargare l’esperienza estetica dello spettatore.
Un filo rosso scorre tra i testi pasoliniani scelti e riafferma l’importanza di vedere e riattivare lo sguardo, in un periodo in cui la capacità di guardare le cose si è atrofizzata.
Georges Didi-Huberman nel suo saggio Come le lucciole scrive: «Tutta l’opera letteraria, cinematografica e persino politica di Pasolini sembra attraversata da momenti di eccezione in cui gli esseri umani diventano lucciole – esseri luminescenti, danzanti, erratici, inafferrabili e, come tali resistenti – sotto il nostro sguardo meravigliato».
Ed è proprio ricostruendo e ripercorrendo i temi cari al noto autore bolognese che si potrà accedere alla sua officina creativa e poetica.
Note:
“…Si comincia col bambino che vede il mondo, la luce, la natura, sua mamma per la prima volta (Edipo) e si prosegue con lo sguardo antico e religioso sul mondo del Centauro (Medea) e si arriva fino allo sguardo su un’Italia imbruttita
dal nuovo fascismo consumista (la forma della città) passando per la “disperata vitalità” presente nel fiore delle Mille e una notte e per la scena della Ricotta nel quale il regista viene intervistato e recita “io sono una forza del passato”…”
Durata: 70 minuti
Repliche
Al 03/03/2022
Dati artistici
Nell’ambito del progetto La Soffitta per Pasolini nel centenario della nascita a cura di DAMSLab | La Soffitta, Dipartimento delle Arti – Università di Bologna in occasione del centenario della nascita scrittore, poeta, autore e regista.
Nell’ambito del progetto Pier Paolo Pasolini 1922 | 2022 a cura di ERT / Teatro Nazionale
foto di Claudia Pajewski