L'ultima edizione di Atlas of Transitions Biennale
Atlas of Transitions Biennale giunge alla sua quarta e ultima edizione.
Il festival We The People – condizionato dalle limitazioni dettate dalla pandemia – compie uno sforzo di progettazione, dopo la cancellazione estiva, e si manifesta in un presidio invernale. Lo fa tenendo vive alcune linee di tensione che hanno alimentato l’intera traiettoria biennale: l’attivazione di pratiche di condivisione collocate nella trama della vita urbana, progetti artistici capaci di narrazioni contro-egemoniche che agiscono sul confine tra arte e attivismo, dispositivi discorsivi che interrogano realtà marginalizzate.
Performance, proiezioni filmiche, dj-set, incursioni radiofoniche, workshop per i ragazzi delle Scuole Superiori, assemblaggi di suoni d’archivio in una prospettiva non eurocentrica, tessiture di gesti vocali inviati da decine di cittadini, atti concertati di silenzio, scambi di patrimoni sonori tra donne di diversa provenienza, ogni azione dispone, a proprio modo, l’incontro in uno “spazio acustico”. Dall’ascolto singolare all’ascolto condiviso. Si tratta primariamente di tessere relazioni prossime nella distanza, intrecciare sorgenti, dispiegare corporeità, fare spazio a posture non conformi, modi per non cedere alle contrazioni operative e affettive che stiamo vivendo. Ogni azione prevista invoca la possibilità di “agire di concerto”. Non un invito a operare in conformità, ma a negoziare scopi convergenti/divergenti contro subalternità razziale, di genere, sociale, economica. We The People, edizione conclusiva di Atlas of Transitions Biennale, sperimenta questo spazio per affermare l’urgenza di una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati. “People” non è una voce unitaria, presuppone una pluralità di corpi che non costruiscono un unico soggetto. Nel “We” risuona una moltitudine di pronunce che si radunano in luoghi temporalmente diversi, in differenti tipi di spazi, ambienti e zone d’ombra.
Il progetto è realizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, in dialogo con una larga rete di collaboratori urbani. Centri culturali, cooperative impegnate nell’accoglienza, organizzazioni attive nella mediazione culturale, associazioni di comunità immigrate e attivisti, Cantieri Meticci, TPO – Laboratorio di Arte, Cultura e Politica, in connessione con le principali istituzioni culturali della città, tra le altre Fondazione Cineteca, Fondazione per l’Innovazione Urbana, Dipartimento di Sociologia e DAMSLab – Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna, insieme a Neu Radio, Atlantico Festival, CHEAP street poster art. Ognuno contribuisce in modo essenziale alla creazione di un mosaico di contesti, linguaggi, istanze desideranti, in un sistema virtuoso di concatenazioni.
We The People segue le edizioni Right to the City (2018), HOME (2019) e Performing Resistance (giugno 2020).
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