Insorgiamo insieme | Un’idea di Kepler-452

Dal 6 al 11 maggio nel foyer del Teatro Arena del Sole, una videoinstallazione di Jacob Brossman
in collaborazione con ERT / Teatro Nazionale nell’ambito di RACCONTARE LA CATASTROFE Una settimana insieme per prepararsi al tempo che accelera.
In un mattino dell’estate 2021, il 9 luglio per la precisione, i 422 operai della fabbrica di componenti per il settore automobilistico, GKN, ricevono una mail: non devono tornare al lavoro il giorno dopo – sono licenziati. Da quel giorno gli operai occupano la fabbrica, organizzano una mensa, un ufficio propaganda, dei turni di guardia, per impedire che venga smantellata. L’assemblea permanente del Collettivo di Fabbrica è cresciuta fino a diventare il movimento Insorgiamo, che si basa sulla solidarietà tra i lavoratori dell’industria, il movimento ecologista e altri movimenti, tessendo alleanze e mettendo in atto una vera e propria convergenza di molte lotte attorno a quella della ex-GKN. La strategia più importante non è solo quella di chiedere una reindustrializzazione ecologica e sociale autodeterminata, ma di attuarla. Tra le azioni di convergenza messe in atto in questi anni di lotta c’è anche la nascita di uno spettacolo di teatro, Il Capitale. Un libro che ancora letto, realizzato insieme alla compagnia Kepler-452, e prodotto da ERT/ Teatro Nazionale, che vede la partecipazione in scena di quattro operai della ex-GKN.
Nella videoinstallazione realizzata da Jakob Brossmann, quattro dei rappresentanti del Collettivo di Fabbrica ex-GKN e protagonisti dello spettacolo Il Capitale, raccontano la loro storia, le contraddizioni, le resistenze, le paure e le speranze.
Sarà possibile visitare l’installazione nei seguenti orari:
6 e 7 maggio 11–14 e 16.30–19
8 e 9 maggio 11–14 e 16.30–22.30
10 maggio 11–14 e 16.30–21
11 maggio 15–18
ingresso libero
RACCONTARE LA CATASTROFE Una settimana insieme per prepararsi al tempo che accelera è un’idea di Kepler-452. Un ciclo di appuntamenti accomunati da un desiderio: capire come raccontare qualcosa che spaventa molto. Ma anche cercare, dentro la catastrofe, quali nuove risorse, individuali ma soprattutto collettive, siamo in grado di evocare. La possibilità di scoprirci una comunità e non una manciata di singoli individui, da tempo dimenticata nel mondo in cui la storia avrebbe dovuto essere finita.
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