Cent pas presque
performance urbana
Altri spazi
A proposito di questa performance
23 giugno // ore 18 // via Rizzoli
24 giugno // ore 17 // Piazza dei Colori
“Camminare significa cadere continuamente. Cadere significa imparare a camminare”, sostiene il coreografo Taoufiq Izeddiou. 100 pas presque (100 passi quasi) – esito di un due laboratori che hanno visto coinvolti più di 80 cittadini bolognesi, migranti e richiedenti asilo – è un invito a interrompere per 60 minuti il flusso regolare della vita nella città. Rallentando i movimenti, i gesti, lo sguardo, adottando un ritmo diverso, si suggerisce una diversa percezione del corpo, dello spazio e del tempo, delle azioni della vita urbana. La guida musicale dal vivo, che a partire da un silenzio di raccoglimento e concentrazione approda gradualmente a un’esplosione di gioia condivisa, conduce a una spirale ritmica capace di creare una discontinuità nella percezione dei ritmi della città.
“Alcune domande di ricerca che ci pone Taoufiq sono, ad esempio: ‘Come si fa a non sparire nella massa, e ad essere individui di una comunità connessa? Come si fa a non cadere nella trappola di fare i cavalieri solitari? Come si fa una rivoluzione che abbia senso all’interno della comunità? Cosa vuol dire avere senso? La rivoluzione non si fa da soli. Ognuno ha i suoi elementi, le sue materie, i suoi movimenti, per fare questa camminata. Si parte piano, si accumulano energia e tensione, si accelera, finché ci si dice che è il momento di andare, ma non a parole, si deve sentire l’energia, e si va, a quel punto si può rilasciare tutto, essere liberi, danzare insieme, e coinvolgere nel nostro movimento tutti quelli che vorranno, e che fino ad allora forse hanno solo guardato.”
Dal reportage di Claudia Selmi partecipante del laboratorio 100 pas presque
Leggi qui il reportage completo in italiano e inglese
Dati
Taoufiq Izeddiou
Danzatore, coreografo, pedagogo, direttore del festival internazionale di danza contemporanea On Marche di Marrakesh. È uno dei protagonisti della danza contemporanea nordafricana. Il suo lavoro esplora le tensioni tra tradizione e modernità, ponendo al centro delle opere i temi dell’origine e dell’identità. Sue coreografie sono state ospitate nei festival più prestigiosi in Africa, Medio Oriente, Europa, America Latina e Nord America.
Said Ait El Moumen
Musicista, danzatore e coreografo. Dopo 10 anni di pratica musicale come percussionista, nel 2004 insegna nel programma di formazione “Al Mokhtabar” e partecipa al progetto ex.e.r.ce. del Centro Coreografico Nazionale di Montpellier per la formazione di danzatori professionisti.
Vive in Italia dal 2005 dove, oltre al lavoro per le sue creazioni, ha preso parte a diversi progetti di pedagogia della danza, tra cui nel 2012 “Corpo Locale”, alla ricerca di un punto di incontro tra l’artista e il pubblico al di fuori del convenzionale contesto dell’arte performativa.