F. Perdere le cose
Piazza San Francesco
A proposito di questo spettacolo
Dopo la felice esperienza de Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, si rinnova la collaborazione tra ERT Fondazione e Kepler–452 con la nuova produzione F. Perdere le cose, una seconda foto mossa scattata lungo la via Emilia dalla compagnia bolognese. Se nel Giardino dei ciliegi la perdita riguardava un luogo fisico, in questo secondo spettacolo lo smarrimento si fa più ampio, pervasivo. Il fulcro del lavoro di Kepler-452 è, da sempre, il rapporto con la realtà e con i cosiddetti “attori-mondo”, non professionisti del teatro coinvolti sulla scena non in virtù delle loro abilità teatrali, ma in quanto portatori di un mondo, di una storia. F. Perdere le cose è una nuova indagine intorno a una biografia e un nuovo tentativo di coinvolgere sul palco il protagonista della storia.
F. è una storia che nasce da un incontro avvenuto ai margini del tessuto urbano, là dove tende a sfrangiarsi, a farsi rarefatto e oscuro, in un dormitorio per senzatetto con problemi sanitari. Un incontro, quello con F., affascinante, perturbante, difficilmente raccontabile.
Note di regia:
“F. non può entrare in scena con noi, ma è il protagonista dello spettacolo, il centro del dramma. F. lo abbiamo conosciuto un giorno che ci ha avvicinato e ci ha detto: io sono io. Da quel giorno abbiamo cominciato a provare insieme uno spettacolo che parlasse di lui, della sua storia, di chi è, del perché lui è lui. Insieme abbiamo ricordato, siamo incappati in buchi neri, pezzi rimossi, strappati, aperture vertiginose sull’abisso. Da quel giorno i confini dello spazio teatrale non sono stati più gli stessi.
Ci sono delle leggi per le quali F. è tenuto lontano dal palcoscenico e noi non possiamo farci niente. Tutto ciò che possiamo fare è trascorrere del tempo con lui, ascoltare, costruire, lasciarci andare all’incontro e tentare poi di raccontare che cosa significhi per noi la sua assenza. Proprio perché non è da nessuna parte F. è ovunque. Siamo quindi di fronte ad un’assenza enormemente ingombrante, che non potevamo non portare in scena.
Abbiamo quindi cominciato a domandarci: come si porta in scena un assente? Perché F. ci è tenuto lontano? Cosa dobbiamo temere da lui? È pericoloso? Come può entrare in scena senza salire sul palco? Che cosa, di lui, ci riguarda?
F. è uno spettacolo che parla della ostinata volontà di incontrare qualcuno che è difficilissimo incontrare, di un enorme smarrimento, del confine tra palco e platea, tra ciò che è legale e ciò che non lo è.
F. è, dopo “Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso”, una seconda foto sfocata scattata lungo la Via Emilia.
F. è la domanda difficilissima: cosa è giusto fare in questo momento?
F. è soprattutto F.”
Kepler-452
Durata: 1 ora e 10 minuti
Note
Un adattamento per il palco di Piazza San Francesco
In caso di maltempo lo spettacolo sarà spostato in Sala Leo de Berardinis allo stesso orario.
Dati artistici
scene costruite nel Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
responsabile e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttore Riccardo Betti
scenografi decoratori Lucia Bramati, Benedetta Monetti, Ludovica Sitti, Rebecca Zavattoni
capo elettricista Tiziano Ruggia
fonico Alberto Irrera
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Si ringrazia per la preziosa collaborazione avv.ta Ivana Piro
foto Luca Del Pia
Il testo dello spettacolo F. PERDERE LE COSE è pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella Editore.