La vita davanti a sé
Teatro Arena del Sole Sala Leo de Berardinis
A proposito di questo spettacolo
Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del romanzo La vita davanti a sé di Romain Gary, diventando Momò, un bimbo arabo di 10 anni, abbandonato e segnato da un’infanzia triste e difficile, che vive nel quartiere multietnico di Belleville.
Momò abita nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che si prende cura delle colleghe più giovani e anche del protagonista di questa storia, che con ironia parla di tematiche urgenti, sempre più attuali, che portano a galla il nostro presente.
Con leggerezza e ironia, Silvio Orlando sfoglia le pagine del romanzo di Romain Gary, pubblicato nel 1975, adattato per il cinema nel 1977 e ancora attualissimo, nel suo racconto di vite sgangherate e storie d’amore e grazia.
Senza facili ideologie appare il tema della convivenza tra culture, religioni e stili di vita. Il mondo ci sembra improvvisamente piccolo e claustrofobico; i flussi migratori si innestano su una crisi economica che in Europa muove antiche paure soprattutto nei ceti popolari.
Il teatro, una volta di più, può raccontare storie, chiamare per nome individui che ci appaiono massa indistinta e angosciante. Le ultime parole del romanzo dovrebbero essere uno slogan e una bussola in questi anni, in cui la compassione rischia di diventare un lusso per pochi: «Bisogna voler bene».
Silvio Orlando
Esordisce nei teatri napoletani all’inizio degli anni ‘80 collaborando con i migliori autori e registi della scuola partenopea, come Renato Carpentieri e Tonino Tauti. La sua carriera ha una svolta quando incontra Gabriele Salvatores che lo dirige a teatro in Comedias e in Eldorado per poi offrirgli un piccolo ruolo nel suo film Kamikazen – Ultima notte a Milano (1987). Altro incontro importante per la sua carriera è quello con Nanni Moretti che prima lo dirige in Palombella Rossa (1989), scegliendolo poi come coprotagonista al suo fianco nel film di Daniele Luchetti Il portaborse (1991). Nel 1998 dirige due opere teatrali di Peppino de Filippo Don Rafelo ‘o trumbone e Cupido scherza e spazza. Nello stesso anno vince il David di Donatello come miglior attore non protagonista con Aprile (1998) di Nanni Moretti. Nel 2000 vince il Nastro d’argento come migliore attore protagonista con Preferisco il rumore
del mare di Mimmo Calopresti. Seguono il David di Donatello 2006 e il Nastro d’argento 2007 come miglior attore protagonista del film Il caimano di Nanni Moretti e la Coppa Volpi nel 2008 come migliore attore alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Il papà di Giovanna di Pupi Avati.
Dati artistici
chitarra battente, percussioni Simone Campa
clarinetto, sax Gianni Denitto
fisarmonica Maurizio Pala
kora, djembe Kaw Sissoko
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
assistente alla regia Maria Laura Rondanini
direttore di scena Luigi Flammia
fonico Gianrocco Bruno
produzione Cardellino srl
© Mercure de France, diritti teatrali gestiti dalle edizioni Gallimard con il nome di “Roman Gary” come autore dell’opera originale
foto di Laila Pozzo