Rotte migranti e vie di Bologna
passeggiata partecipata
A proposito di questo evento
20 giugno // ore 15 // Piazza Verdi (partenza)
evento gratuito
* posti limitati, è richiesta la prenotazione (migrantour.bologna@gmail.com / oggetto: Passeggiata 20 giugno)
Un itinerario speciale nella città di Bologna, tracciato attraverso gli occhi di un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati politici. Durante un workshop tenuto nel centro di accoglienza Villa Aldini sono state elaborate mappe “emozionali”, per raccogliere la percezione degli ospiti arrivati in questo territorio, per comprenderne i punti di riferimento, i pieni e i vuoti della loro esperienza della città. Questa mappatura sensitiva e partecipata segnerà le tappe di una passeggiata rivolta alla cittadinanza, per condividere le dinamiche di relazione fra le persone accolte e i luoghi di appartenenza o di temporaneo transito. Il percorso terminerà nel Chiostro dell’Arena del Sole in cui le mappe saranno discusse e riattraversate nell’incontro Maps of Transitions.
Dati artistici
Storia del Migrantour
Le migrazioni trasformano le città, da questo presupposto e con l’intento di favorire il protagonismo dei nuovi cittadini, nasce il progetto di turismo responsabile a km 0, Migrantour. L’idea si sviluppa grazie all’impegno di Oxfam Italia, ACRA e Viaggi Solidali tour operator di turismo sostenibile. Nel 2010 a Torino si realizza il primo corso per accompagnatori interculturali. Migrantour mostra le trasformazioni in atto con gli occhi di chi vive la città e che proviene anche da mondi lontani. Le città “migrandi” sono oggi 11, Bologna lo diventa nel 2015 grazie a Next Generation Italy, con un tour in Bolognina, durante il festival It.a.cà. Oggi, all’interno di Atlas of Transitions, l’associazione inaugura il primo tour pensato e guidato dai richiedenti asilo. La cittadinanza avrà la possibilità di conoscere e capire un altro sguardo. I migrantour sono percorsi che attraversano i pregiudizi e offrono chiavi di lettura per una convivenza che si costruisce ogni giorno nei luoghi che abitiamo.
foto di Michele Cattani