La Gioia
Teatro Arena del Sole Sala Leo de Berardinis
A proposito di questo spettacolo
Questa creazione di Pippo Delbono diventa un cammino verso la gioia che prosegue con il suo straordinario gruppo di attori/performer, ancor più dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Aversa. Protagonista di molti spettacoli, icona poetica e anima del teatro di Delbono, Bobò continuerà ad essere una presenza-assenza dentro e fuori la scena in questo nuovo viaggio verso la gioia.
Fare uno spettacolo sulla gioia vuol dire attraversare i sentimenti più estremi, angoscia, felicità, dolore, entusiasmo, per provare a scovare, infine, in un istante, l’esplodere di questa gioia. Ecco allora il circo, coi suoi clown e i suoi balli. Ecco pure il ricordo di uno sciamano che con la follia libera le anime. Ecco quindi malinconie di tango e grida soffocate in mezzo al pubblico. Ecco una pienezza di visioni, che si susseguono, si formano, si confondono e si perdono una via l’altra, decine di barchette di carta, sacchi di panni colorati a comporre, sembra, quel «mare nostro che non sei nel cielo» della laica preghiera di Erri De Luca, fino all’esplosione floreale, creata da Delbono assieme a Thierry Boutemy, il fleuriste normanno di stanza a Bruxelles e abituato a lavorare in lungo e in largo per il mondo. Gli attori di Delbono salgono così sul palcoscenico uno dopo l’altro e prendono, ognuno con il suo diverso sentire, il pubblico per mano e ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile. Storie personali, maschere, danze, clownerie, memorie sono tutte sfuggenti immagini di persone alla ricerca della gioia. Ogni replica regala una sorpresa, a chi decide di mettersi in cammino e seguire il ritmo della compagnia e di questa ricerca infinita della gioia.
“La gioia non è un risultato un fatto, una cosa, un luogo.
La gioia crea spazio, scioglie, fa il vuoto.
Per conservare la gioia non serve chiuderla in un barattolo,
devi decidere che la gioia è la strada della tua vita.” *
«Ho scelto di intitolare questo mio nuovo spettacolo “La gioia”, una parola che mi spaventa, che mi ricorda immagini di famiglie felici, bambini felici, paesaggi felici. Tutti morti, tutti finti. Ero partito da “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj: in questo racconto il personaggio principale, nei suoi ultimi attimi di vita, ripercorre la sua esistenza e tutti i periodi più tristi della sua vita con uno sguardo nuovo carico di pace e dolcezza. Questo è stato il punto di partenza. Più tardi questo percorso ha preso altre strade. “La gioia” è l’ultima tappa di un cammino che sto facendo da più di 20 anni con la mia compagnia.
Questa mia compagnia che è nata da incontri. Con attori, danzatori, ma soprattutto con persone. Che provengono da luoghi diversi della vita. Penso soprattutto a Bobò, recentemente scomparso, che è stato 47 anni in un manicomio. Sordomuto, analfabeta. Che è diventato il protagonista assoluto di tutti i miei spettacoli, di tutti i miei film e delle mie opere liriche, a cui è stata dedicata adesso una grande retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. Un uomo che ha rivoluzionato i linguaggi del teatro. Il suo essere diverso ha contaminato fortemente il mio lavoro. E questo spettacolo è il cuore di questa storia.
In questo spettacolo Bobò porta il circo, porta quell’ innocenza. Porta, come dico nello spettacolo, il segreto profondo del teatro.
E poi ci sono gli altri. C’è Nelson, che ho conosciuto per le strade di Napoli quando era un barbone. C’è Gianluca, il ragazzo down che da tanti anni lavora con me nella mia compagnia. E poi tutti gli altri, che hanno seguito insieme a me da più di 20 anni questo mio cammino.
La gioia io lo chiamo anche un cammino verso la gioia: è uno spettacolo che attraversa il dolore, la lotta per cercarla, quella gioia.
In questo spettacolo sono ritornato come nei miei primi lavoro uno spazio vuoto, più essenziale, più povero. Che viene via via coperto di elementi, che ci portano in altri luoghi, come fossero le stagioni di un tempo che passa. Così nello spettacolo a un certo punto dico a Gianluca, che porta in quel momento il segno poetico del circo: il dolore passerà, la tristezza passerà, e tornerà la gioia.
C’è un po’ tutta la storia di questa mia compagnia in questo spettacolo. E l’incontro con loro, con queste persone.
È uno spettacolo sull’incontro.
Un attraversamento della follia. Mia, nostra, e del nostro tempo.
In questa follia di questo tempo buio, nero, fatto di buchi neri, voglio ancora gridare: più luce, datemi più luce».
* da “Istruzioni per l’uso della gioia” di Franco Arminio
Pippo Delbono
Tutte le tappe della tournée
Note
Consigli dalla Biblioteca Salaborsa:
- Gianni Manzella, La possibilità della gioia. Pippo Delbono, Edizioni Clichy , 2017
- Grido, un film di Pippo Delbono, Dolmen home video, 2007, dvd
- Barboni. Il teatro di Pippo Delbono, a cura di Alessandra Rossi Ghiglione, Ubulibri, 1999
Repliche
Al 02/03/2018
Dati artistici
elettricista Orlando Bolognesi/Corrado Mura
suono Pietro Tirella/Manuela Alabastro
costumi Elena Giampaoli/Carola Tesolin
capo macchinista e attrezzeria Enrico Zucchelli/Mattia Manna
responsabile di produzione durante il processo creativo Alessandra Vinanti
organizzazione durante il processo creativo Silvia Cassanelli
organizzazione Davide Martini
assistente di produzione Riccardo Porfido
direttore tecnico Fabio Sajiz
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
coproduzione Théâtre de Liège (Belgio), Le Manège Maubeuge – Scène Nationale (Francia)
Si ringraziano Enrico Bagnoli, Jean Michel Ribes, Alessia Guidoboni – assistente di Thierry Boutemy e Théâtre de Liège per i costumi
foto di Luca Del Pia