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MAPPE DESIDERABILI
Piersandra Di Matteo

Non esiste discorso sulla migrazione senza interpellare i confini della cittadinanza, il diritto all’abitare. Abbiamo progettato Right to the City a partire da questo nodo stretto. Le 10 giornate abbracciano il fare, il poter fare, tentano di smagliare il sistema complesso della città, i significati coesi dell’urbanesimo e i suoi cooptanti flussi immateriali, i nuovi sistemi di sorveglianza, e lo fanno appellandosi ai corpi che la percorrono, ai desideri tenuti nascosti, alla capacità urbana di controbattere le pronunce non inclusive con atti incarnati, convocando il diritto di tutti a manifestare la propria presenza, a rendersi visibili.
La città entra nella trama di questo progetto sulla migrazione con la sua miscela di interdizioni, microclimi, tabù, attività, riti di passaggio, storie di luoghi e valori d’uso. Non per farne un palcoscenico, né tanto meno per antropomorfizzarla. Ciò che interessa qui è la vita urbana, quella che si parametra ad altezza d’uomo, quella che non getta uno sguardo pacificato oltre il conflitto.
Right to the City raccoglie la sfida e la trattiene tra le mani con un gesto preciso: chiede a un gruppo di artisti, dal profilo internazionale ma con una forte relazione con la città di Bologna, di pensare progetti capaci di far agire in-comune cittadini, abitanti, migranti, senza sbilanciare l’asse della relazione sulla biografia, senza tematizzare l’essere migrante come fosse un marchio d’esistenza, lavorando dentro i centri di accoglienza, agendo rasoterra, camminando, mappando, contemplando l’orizzonte geometrico, architettonico, quello sensoriale degli odori, del tatto, delle sconnessione dei pavimento, dei ritmi biologici del battito e del respiro, dei livelli di ansia, issandosi, in piedi, sui bordi periferici da cui si spalancano altre visibilità. La natura esperienziale e relazionale del teatro e le sue pratiche corporee valgono come agenti di trasformazione innestati su usi culturali, coefficienti personali, organizzazioni spaziali, per dare vita a opere animate da soggettività eterogenee, intensificate dalla diversità.