Manifesto cannibale
Esercizi di pornografia vegetale
Teatro Arena del Sole Sala Leo de Berardinis
A proposito di questo spettacolo
Manifesto Cannibale è uno strano organismo.
Si è reincarnato molte volte e in molti corpi. È mutato in altre forme. È stato contagiato e ha divorato. Infine è rimasto orfano e, così, è cresciuto.
Nasce da una riflessione sul mondo vegetale, inteso come emblema di un’alterità irrisolvibile e che ci chiama a rileggere la collocazione dell’umano, la consistenza del tempo e le forme di pensiero della carne.
La creazione è avvenuta a distanza dalla sua autrice, Francesca Pennini, che si è tenuta in una condizione di cecità affidando la messa in scena a un sistema di comunicazione filtrato solo da indizi.
Un’autrice fantasma che firma qualcosa che non conosce, che appare in scena sotto a un lenzuolo e a cui è concessa solo la visione di ciò che è immobile, come davanti ad alberi di cui non si percepisce il movimento.
Questo Manifesto Cannibale è un’offerta pericolosa, un fenomeno sismico della visione che si fa confessione poetica e politica del presente, una gentile distorsione del patto contemplativo.
La Winterreise di Schubert, eseguita dal vivo, accompagna un rito di trasformazione verso condizioni non esperibili da corpi umani, tra danze microscopiche, giochi pericolosi e geroglifici coreografici.
In scena le dicotomie fondamentali vibrano, si smontano le gerarchie tra buio e luce, suono e silenzio, corpo nudo e corpo vestito, sveglio e dormiente, immobile e cinetico.
Il suono parla attraverso la luce, il buio diventa spazio prezioso dell’allucinazione.
In questo delicato attacco al genoma della scena i ruoli chiave del teatro si rimescolano nel continuo incorporare la materia altrui.
Chi è l’altrə nel Teatro?
Forse, per chi scrive, l’altrə è lə spettatore. L’altrə per eccellenza. Lə stranierə che si fa “foresta in contemplazione”. Due specie separate dal boccascena.
Si tratta ora di varcare, ancora una volta e con un nuovo passo, il confine tra scena e platea.
E da quella bocca farsi inghiottire con tutta la potenza genetica di un’idea e di un tocco.
Siamo tuttə cannibali.
Presenti luci stroboscopiche
Durata: 90 minuti
Repliche
Dati artistici
cura del suono Simone Arganini
musiche di F. Schubert, CollettivO CineticO, playlist collaborativa generata dal pubblico
scenografia e luci Alberto Favretto
produzione CollettivO CineticO, Fondazione Romaeuropa, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
con il supporto di Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Centrale Fies | Art Work Space e ATER Fondazione / Teatro Comunale Laura Betti
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, MiC
nell’ambito di CARNE focus di drammaturgia fisica
immagine di copertina di Piero Tauro
foto di Carolina Farina