Messmer
Teatro delle Moline
A proposito di questo spettacolo
Messmer è un romanzo breve, dai tratti autobiografici: una confessione lucida e autoironica. La trama si consuma in una sorta di monologo interiore tra due dosi di eroina e ripercorre i motivi di una precipitosa fuga in treno: essere stata la causa involontaria dell’overdose di un amico. Il titolo, che è anche soprannome della protagonista, apre una chiave di lettura su alcuni elementi di mesmerismo: nel ricordo allucinato, in una specie di ipnosi, affiora una Bologna aggrovigliata in portici, nascosta in angoli bui, tra spacciatori di piccolo calibro e equivoci amanti dei servizi segreti americani. Un lascito testamentario, lacerante e umoristico, della poetessa malata che racconta con pennellate amaramente ironiche la sua resistenza a denti stretti, come spiando il mondo dalle fessure di una tapparella per non far vedere che si sta piangendo. Uno spirito eroico, la Messmer in cui si traveste l’autrice, alla ricerca costante di una parola poetica, contro l’aridità, il calcolo, il conformismo impietoso. La sua Bologna, ritorta tra le ombre dei vicoli, brulica di personaggi irridenti e goffi, teneramente comici nella loro ostinazione trasgressiva che, come in un sogno allucinato, prendono le forme ipertrofiche di sagome deformate del fumetto. La parola scorre impetuosa tra i rimandi jazz e barocchi delle musiche di Enrico Guerzoni mentre le tavole di Carlo Pastore e Nicola Barzanti costruiscono un bestiario antropomorfo, segno concreto di un racconto poetico per immagini.
Durata: 1 ora e 15 minuti
Repliche
Dati artistici
disegno di Carlo Pastore
